Da molti anni all’interno degli Istituti pubblici (ZRC, ZRV) si svolgono una serie di attività che non possono prescindere dal coinvolgimento del volontariato locale presente. Le attività di gestione che sono mirate all’irradiamento naturale della selvaggina ed alla cattura della stessa, vanno dal controllo dei predatori alla semplice revisione della tabellatura di confine. Le catture della selvaggina che rappresentano il punto di arrivo di un intero anno di gestione, in particolare nelle ZRC, avvengono solitamente a partire dal mese di dicembre. In primis vengono avviate le catture di fagiano e successivamente effettuate le catture di lepre.
L’attività di cattura si differenzia in modo sostanziale a seconda delle aree ed anche in base alle tradizioni locali. Negli anni diversi gruppi di volontariato hanno mutuato le tecniche di cattura non tanto con l’obiettivo esclusivo di aumentare il numero complessivo di individui catturati, ma cercando di migliorare il numero di animali catturati quotidianamente con particolare attenzione al corretto rapporto tra sessi.
gabbia ad ingresso basculante
Negli ultimi anni infatti l’aumento dell’età media dei cacciatori accompagnato da una generalizzata disaffezione nei confronti dell’attività di volontariato, hanno fatto si che venissero meno le forze per portare a termine le attività di cattura. Ovviamente il quantitativo di fagiani catturati dipende moltissimo dal volontariato presente, dall’esperienza maturata negli anni e dalla volontà che questi dimostrano.
Scopo del progetto
L’obiettivo del progetto è stato quello di identificare il miglior metodo di cattura del fagiano ed evidenziare eventuali necessità di differenziazione, a seconda delle tipologie di territorio su cui queste si realizzano. Il progetto ha avuto una durata temporale di due anni (2012 e 2013).
Nel primo anno di attività sono state promosse ed attuate le seguenti fasi:
– censimento della documentazione storica di tutti i sistemi di cattura presenti all’interno di tutte le zone della provincia
– verifica della loro funzionalità all’interno della zona anche con rilevazioni “storiche” dell’andamento delle catture negli anni.
Il secondo anno è stato caratterizzato dalle fasi di campo:
– scelta delle aree campione, una rappresentativa della collina e una rappresentativa invece della pianura. In queste due zone sono state messe in pratica tutte le tecniche di cattura rilevate nella precedente fase, cercando di ricostruire tutte le casistiche osservate. In questo modo sono state messe a confronto le varie tecniche utilizzate, limitando le variabili legate all’ambiente di utilizzo e al volontariato.
– pubblicazione di un manuale pratico in cui sono riportati i vari metodi censiti e i metodi consigliati, al fine di ottenere un risultato migliore in base alle caratteristiche della zona di cattura.
Descrizione dettagliata delle fasi di progetto
Fase 1 – Censimento e documentazione storica
Sono stati reperiti tutti i dati relativi ai metodi di cattura per la specie fagiano utilizzati all’interno delle ZRC e delle ZRV della Provincia di Pisa, inserendoli in apposito database. Per ogni zona sono stati raccolti dati inerenti la gestione degli istituti faunistici in questione ovvero:
- tipo di gabbia utilizzata
- localizzazione delle trappole con l’ausilio di sistemi GIS
- presenza e estensione dei miglioramenti ambientali
- controllo delle specie antagoniste (corvidi, volpe, cinghiale)
Inoltre è stato valutato l’operato del volontariato coinvolto, prendendo in considerazione diverse variabili:
- giorni di cattura;
- numero di persone coinvolte;
- età media dei volontari;
Infine sono stati raccolti i dati relativi all’efficacia di cattura, considerando:
- durata del periodo di cattura
- dati dei censimenti effettuati all’interno dell’area
- rapporto tra i sessi dei fagiani catturati
In questo modo è stato valutato lo sforzo di cattura necessario per raggiungere determinati risultati.
Fase 2 – Verifica della funzionalità
Le diverse modalità di cattura sono state confrontate con i risultati ottenuti e con le informazioni gestionali (densità fauna selvatica, superficie miglioramenti, controllo specie antagoniste, ecc) in possesso sia dell’Amministrazione Provinciale che degli Ambiti Territoriali di Caccia.
Fase 3 – Prova contemporanea dei metodi di cattura
All’interno della ZRC Navacchio – Latignano come area rappresentativa della pianura pisana e nella ZRC Volterra rappresentativa di un’area collinare, sono stati messi in atto contemporaneamente tutti i sistemi di cattura rilevati. La due aree scelte come sede del progetto risultavano caratterizzate da dimensioni elevate, ciò ha permesso di limitare l’influenza del prelievo venatorio sulla sopravvivenza dei fagiani, inoltre tali aree risultavano essere le più attive, visto il nutrito gruppo di volontari che presta servizio all’interno delle strutture.
Fase 4 – Pubblicazione del manuale
Sulla base delle esperienze maturate nel periodo di sperimentazione e di verifica, sono state realizzate delle linee guida per la selezione del metodo più idoneo da impiegare per le catture di fagiano. E’ stato pubblicato un manuale che illustra quali siano le tipologie di gabbie da utilizzare, con maggiore probabilità di successo di cattura e maggior efficacia faunistica, e tutti i metodi di cattura testati nel progetto che hanno riportato un buon riscontro da parte dei volontari.